Antonio Secci: un figlio del popolo sardo

L'Artista assurge ad essere uomo libero mediante la rappresentazione di spazi di grande intensitą e vibranti emozioni

Antonio Secci: un figlio del popolo sardo. La sua giovinezza si trovņ confrontata da dure realtą sociali, sottoposta a fatiche quotidiane penose. Per degli anni per Antonio Secci adolescente vivere fu sopravvivere, battagliare sodo ogni giorno per assicurare questa sopravvivenza.
Gią dall'epoca della scuola popolare covava un desiderio divorante: essere un giorno pittore e con quel mestiere conquistare la sua dignitą d'uomo libero in un lavoro all'unisono con i suoi sogni, sogni repressi per lungo tempo, soffocati dalle vicissitudini della esistenza. Partenza dalla Sardegna... Milano, cittą miraggio per tanti italiani del Sud col male dell'impiego. Il giovane Antonio ivi comincia a realizzarsi nel suo mestiere di pittore. Allaccia amicizie utili, espone le sue prime opere importanti. E poi la fortuna gli arride: l'incontro con il pittore Roberto Crippa, uno dei maestri dinamici della pittura italiana del dopoguerra. Roberto Crippa, sedotto dalla dirittura morale del giovane sardo, 10 prende nel suo atelier. Passano i mesi, il maestro e l'allievo sono ora legati da una profonda amicizia.
Crippa dimostra nei riguardi di Secci una bella generositą e lo incoraggia molto, lo consiglia con affetto senza mai cercare d'influenzarlo nel suo mestiere di pittore. In pochi anni Antonio Secci si porterą, grazie alla sua volontą ostinata di lavoro nelle prime file della giovane pittura italiana d'avanguardia. Oggi le migliori critiche salutano in lui uno dei promotori dell'arte nuova, il giovane artista che ha mantenuto
tutte le speranze riposte in lui senza abbandonarsi ad alcuna concessione.
I quadri che compone attualmente esaltano il rilevo, se non l'oggetto. E' passato da un dinamismo « elettrico » (forme -lampi percorrenti lo spazio come le zebrature folgoranti delle saette) ad una sorta di concettualizzazione della materia-magma che egli ci sottopone in quanto abisso mobile, sensibile di riflessioni sull'energia vitale. Diversi nelle loro rispettive monocromie, i quadri di Antonio Secci sono in realtą dei sobri poemi purificatori, vibranti di emozione contenuta, dove il substrato d'un pensiero raro e che si vede insieme ccnquistatore e pieno di fervore, raggiunge dei (momenti) spazi di grande intensitą.
La tessitura stessa del quadro che č come eseguita e martellata da una moltitudine di piccoli crateri planetari, questa tessitura si riassorbe in luce le cui vibrazioni, lo splendore, si ripercuotono e si prolungano all'infinito, molto al di lą della superficie del quadro e contemporaneamente lontano in noi stessi.
Mirabilmente geometrizzata da zone di spazio puro che sembrano canalizzare il ribollimento interiore della materia, la sua potenzialitą energetica, le composizioni di Antonio Secci sono armoniose ed allo stesso tempo rudi. Da esse emana un sentimento di nobiltą e di gravitą, che scorre in noi, ci prende e ci fa quanto prima credere al miracolo di una eternitą luminosa e pacifica.

ANDRČ VERDET- Saint Paul 1976

 

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