Secci
Il ritorno di un maestro del nucleare

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LIVORNO. Negli anni Sessanta, quando Anto nio Secci arrivō a Milano dalla Sardegna, spinto a tentare la carriera artistica da maestri giā af fermati come Gianni Dova e Guy Harloff, la cittā era al centro del fermento culturale italia no. Piero Manzoni aveva lasciato un segno profondo nella ricerca italiana e internazionale, e Lucio Fontana continuava a portare avanti le idee rivoluzionarie dello spazialismo. Per quanto giovane e poco esperto, Secci riuscė su bito a integrarsi nella realtā della metropoli e del mondo dell'arte, fino a diventare in poco tempo l'allievo prediletto di Roberto Crippa. E uno degli esponenti delle nuove generazioni su cui poneva la sua fiducia tutto il movimento nu cleare. Critici di fama internazionale come Ta pič, il grande teorico dell'informale, lo conside ravano una delle migliori promesse. Poi, im provvisamente, dalla fine degli anni Settanta, il silenzio. Il giovane artista torna in Sardegna, dove č nato nel 1944, e si isola sempre pių, pur continuando a lavorare. Fino a quando non lo ri scopre, con una grande antologica, il Museo d'arte contemporanea di Nuoro. Adesso, torna to in piena attivitā, Secci espone dal 10 giugno fino alla metā di luglio alla galleria Giraldi (piazza della Repubblica 59, tel. 0586-883022). Presenta trent'anni di ricerca originale, in qua dri (da 1 a sei milioni) in cui segni a zig-zag evocano, su un fondo materico, il bagliore del lampo. (M.S.)

In alto a destra, Antonio Secci, Nuova vibrazione astrale, 1977, tecnicamista. La mostra č aperta fino a metā luglio.

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